Abstract Descrizione principale
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Nell’ambito del Progetto Finalizzato “Oceanografia e Fondi Marini” finanziato dal CNR furono condotte, a partire dagli anni
’70, numerose campagne oceanografiche dedicate all’acquisizione di dati geofisici con l’obiettivo di studiare i mari che circondano
il territorio Italiano ed in particolare le relazioni tra tettonica e sedimentazione osservate sul fondale marino e in profondità.
Le campagne oceanografiche vennero effettuate con la Nave “Bannock”, un rimorchiatore oceanico della US Navy varato nel 1943,
che aveva partecipato allo sbarco in Normandia e che nel 1962 fu ceduto in uso dal governo degli Stati Uniti d’America al
CNR. Riconvertita a scopi di ricerca la “Bannock” fu protagonista di una lunga e prestigiosa serie di crociere e campagne
oceanografiche fino al 2001. Le tecnologie disponibili a quel tempo permisero l’acquisizione dei dati esclusivamente in formato
analogico. I dati registrati venivano stampati in tempo reale su carta termica con un plotter collegato direttamente al sistema
di acquisizione. Contemporaneamente il posizionamento, stimato mediante un sistema di radio navigazione del tipo LORAN C,
veniva di volta in volta riportato manualmente su apposite schede cartacee per poi produrre manualmente delle carte di posizionamento.
I dati raccolti consistono di circa 46000 km di profili sismici a riflessione monocanale, in formato cartaceo, ottenuti utilizzando
sorgenti di tipo SPARKER. Si tratta di sezioni bidimensionali “tempo /lunghezza” che permettono di visualizzare porzioni del
sottosuolo, approssimabili a sezioni geologiche, fino ad alcuni chilometri al di sotto del fondale marino. Con il passare
del tempo però questi dati hanno subito, e subiscono tutt’ora, un inevitabile e progressivo deterioramento legato all’invecchiamento
della carta ma anche alla poca manutenzione di un archivio di grandi dimensioni. Solo recentemente, vista la diffusione delle
“buone pratiche” dedicate alla preservazione dei dati vintage, ci si è resi conto che tutti questi profili sismici rappresentano
un enorme patrimonio per gli studiosi di geologia marina, non solo perché permettono di ottenere una visione a scala regionale
delle strutture tettoniche e sedimentarie dei nostri mari ma anche perché recentemente le prospezioni geofisiche a mare sono
diventate complesse da programmare e difficili da realizzare in quanto soggette ad una serie di vincoli ambientali. Questo
patrimonio, acquisito con fondi pubblici, deve essere salvaguardato, diffuso e soprattutto reso fruibile a tutta la comunità
scientifica. Ciò può essere fatto solo avvalendosi delle nuove tecnologie che permettono di creare archivi digitali e portali
WebGIS per una rapida consultazione e diffusione. L’obiettivo di questo lavoro è stato quello non solo di creare un archivio
digitale in cui siano conservate le copie in formato raster dei profili sismici cartacei, ma anche trasformare queste immagini
in sezioni sismiche digitali convertendole nel formato standard SEGY, definito dalla Society of Exploration Geophysicists
(SEG), per la scrittura di dati sismici a riflessione. Ciò ne permetterà una più ampia diffusione ed una rapida consultazione.
Inoltre la possibilità di effettuare un reprocessing del dato sismico, anche se parziale, contribuirà ad una migliore definizione
delle conoscenze geologiche dei nostri mari.
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